Marcello

Sono grato a Dio, perché il suo amore ci preserva e ci guarda ancora prima che noi Lo conosciamo, come è scritto nella sua parola in Geremia 1:5: 

“Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto”.

Sono nato in una famiglia cattolica, che andava in chiesa la domenica e per le festività, sono il terzo di cinque fratelli. Il Signore ha preservato me e la mia famiglia tante volte.

All’età di appena due anni durante la calda estate siciliana andammo a prendere un gelato; eravamo seduti nella macchina parcheggiata, quando un pirata della strada a folle velocità sbandò e ci travolse. Io che ero seduto con il mio bel gelato sul sedile posteriore fui sbalzato in avanti e picchiai violentemente contro il parabrezza che andò in frantumi! Grazie a Dio restano le cicatrici ma Egli ha preservato la mia vita.
In seguito ci trasferimmo in Brasile seguendo mio padre che aveva un incarico di lavoro in quel luogo. In quel periodo il Signore mostrò più di una volta la sua benevolenza. In uno dei nostri rientri in Italia, eravamo a Roma aspettando il volo per Palermo. Dovevano passare diverse ore di attesa allora provammo a chiedere di anticipare la partenza, ma eravamo nel periodo delle feste natalizie e i voli erano tutti pieni. Ci misero in lista di attesa, ma ci dissero che non era facile trovare posto per sei persone, ma il Signore aveva il suo sguardo su di noi e fece in modo di farci trovare quei posti. L’aereo che avremmo dovuto prendere precipitò, diversi parenti allarmati chiamarono dai miei nonni pensando che noi fossimo su quel volo ma il Signore ci aveva tenuto all’ombra delle Sue ali.
In un’altra occasione ci trovavamo nella famosa spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro, io e i miei fratelli eravamo a giocare sul bagnasciuga, quando arrivò un’onda molto lunga e la risacca trascinò mia sorella; io e i miei due fratelli la seguimmo nel tentativo di salvarla, ma finimmo trascinati dalle onde anche noi. Ricordo che in quei momenti, nonostante fossi sott’acqua, non sentivo il bisogno di respirare; dei ragazzi vennero in nostro soccorso e ci trassero in salvo. Quando presero me, mi tirarono fuori dall’acqua e attaccata al mio calcagno c’era anche mia sorella. Tutto si concluse con un grande spavento perché ancora una volta il Signore ci aveva protetto.
Rientrammo in Italia, avevamo una vita normale, frequentavo la scuola, gli amici, ero un ragazzo tranquillo, non mi mancava nulla ma sentivo il bisogno di conoscere Dio. Quando mi iscrissi all’università dopo un paio di anni decisi di frequentare un corso di paracadutismo e proprio in quel periodo conobbi una persona che mi parlò di Gesù. Questa persona era una ragazza che oggi è mia moglie e la madre dei miei tre figli. Mi parlò della sua testimonianza e di come aveva conosciuto il Signore. Pensavo che il Signore di cui mi parlava avrei potuto trovarlo nella chiesa cattolica così cominciai a ricercarlo frequentando gruppi di preghiera in una chiesa ortodossa/cattolica, ma ciò non appagava il mio desiderio di conoscere ciò che mi veniva illustrato, così decisi di frequentare la chiesa evangelica.
Cominciai a frequentare i culti, le riunioni di preghiera e sentivo quella meravigliosa presenza del mio Signore che mi dava pace, rispondeva ai miei dubbi, alle mie domande quindi decisi di accettarLo come mio personale salvatore. Erroneamente si pensa che dal momento della nostra salvezza tutti i pericoli e i problemi finiscano, ma non è così. Dal momento in cui riceviamo Gesù nella nostra vita lasciamo che Lui prenda il controllo della nostra esistenza, impariamo ad ascoltare la Sua voce e ad ubbidire alla Sua volontà. A volte ci troviamo come il popolo d’Israele davanti al Mar Rosso da un lato e con alle spalle i nostri nemici, ma il Signore ci dimostra sempre che può aprire una via a noi sconosciuta.
Andavo alle preghiere durante gli intervalli delle lezioni e il Signore ci benediceva in una maniera meravigliosa, e in una di quelle riunioni mi ha riempito di Spirito Santo. Il Signore mi ha dato grazia di laurearmi in ingegneria, di trovare lavoro e di potere finalmente sposare la ragazza che mi aveva parlato di Lui. Il Signore ci ha donato tre figli e in ognuno di questi abbiamo potuto vedere il Suo intervento. L’azienda per la quale lavoravo mi propose un trasferimento in Sardegna, era un’offerta economicamente allettante, ma consultammo il nostro Dio prima di accettare e dal nulla un mio vecchio collega mi propose di andare a lavorare per un’azienda che aveva uno stabilimento a Terni. La proposta economica non era altrettanto vantaggiosa, ma Dio ci indirizzò ad accettarla. Ringrazio Dio perché, seguendo la Sua volontà, non ci ha fatto mancare nulla, ci ha subito inserito nella Sua famiglia e abbiamo trovato comunione fraterna nella comunità presieduta dal Pastore Gianluca Cananzi.

Dio è stato la mia avanguardia e retroguardia e continua ad esserlo anche oggi. Un verso tramite il quale il Signore mi ha parlato, consolato e sostenuto è in Isaia 41:13 

“Perciocché io sono il Signore Iddio tuo, che ti tengo per la man destra; che ti dico:
Non temere, io ti aiuto”.

In ogni situazione ho potuto constatare il suo amore: quando io e mia moglie ci siamo sposati, quando sono nati i nostri figli, quando ho avuto problemi nel lavoro, quando ho avuto problemi di salute, lui è sempre stato lì a prendere i miei pesi senza che io me ne accorgessi; lo lodo e lo ringrazio per ogni cosa, soprattutto per avermi dato l’opportunità di conoscerlo e di servirlo.                                                     

La pace del Signore sia con voi,

Marcello.